Necrologia del Mediterraneo

Nel Luglio 2017, Armin Greder dà alle stampe (per Orecchio Acerbo) il silent book “Mediterraneo”, con prefazione di Alessandro Leogrande.

“Un corpo senza vita. Uno dei tanti nelle acque del Mediterraneo, del nostro mare. Osceno pasto di pesci che imbandiranno le nostre tavole. Commensali, nostri commensali, voraci mercanti di morte. Cariche d’armi, le loro navi, sicure, solcheranno da nord a sud le acque del Mediterraneo, del nostro mare. Armeranno mani fratricide, dilaniando e svuotando villaggi, regioni, stati. In fuga, carovane di uomini donne bambini attraverseranno deserti di sabbia e di pietre. Un barcone il miraggio, un insicuro barcone, per solcare da sud a nord le acque del Mediterraneo, del nostro mare. E spesso, sempre più spesso, a naufragare non sono solo le speranze”.

Il 9 Febbraio di un anno fa, esattamente il 9/2/2020, assistiamo all’ennesimo naufragio fantasma. Sì, perché ci sono naufragi e naufragi, alcuni ancor più marcatamente crudeli, privati di memoria e, possibilmente, ancor più disumanizzati.

Sono passati 4 anni dall’accordo italo-libico (2/4/2017)firmato dall’allora Ministro Minniti: 4 anni di morti in mare, respingimenti, detenzioni in Libia, omissioni, nascondimenti, morti. Un atto che ripercorre e rinsalda una delle violazioni di diritto internazionale più grave che governi democratici possano ammantarsi: la violazione del diritto inviolabile di soccorso in mare.

SAR (search and rescue): siglato ad Amburgo il 27 aprile 1979 ed entrato in vigore il 22 giugno 1985, è un accordo internazionale elaborato con l’obiettivo di garantire il soccorso marittimo. Il principio è attuato anche in alto mare, sia nelle situazioni di presa a bordo dei passeggeri da parte della nave che compie l’operazione, sia nel caso in cui la suddetta nave forzi la rotta di un’altra: lo Stato agente ha giurisdizione, dunque è vincolato dagli obblighi internazionali.

L’Italia, dall’accordo Minniti in poi è infatti rea di respingimenti in mare, violazione del SAR,  e violazione di trattati internazionali.

Questo articolo non vuole essere una composta lista, né un punto elenco, né, tantomeno ambisce alla completezza di una mappa necrologica del Mediterraneo. Questa breve riflessione è solo un pugno, il pugno che sento dal 2011 (10 anni dal Fuoco di Mohamed Bouazizi محمد البوعزيزي‎, ; Sidi Bouzid, 29 marzo 1984 – Ben Arous, 4 gennaio 2011, che con il suo gesto sancisce l’atto fondativo delle primavere arabe), da quando la mia vita è cambiata per sempre.

Ho raccolto – da educatrice prima, da pedagogista durante e da ricercatrice poi – le storie di chi ha visto annegare amici e familiari, ho visto i loro disegni, ho ascoltato le loro preghiere e sono convinta che sia necessario un posizionamento inequivocabile: politico, etico, militante.

Dunque, oggi, 9 Febbraio, insieme ai compagni delle Associazioni “Nuovi Desaparecidos del Mediterraneo”, “Alarm Phone” e “Coordinamento Eritrea Democratica”, ospitati dal Comune di Latina (in diretta dalle 18.30 sulla pagina Facebook istituzionale del Comune e sulla nostra pagina) commemoreremo le morti di un anno fa. Le 91 persone scomparse il 9 febbraio non risultano nelle statistiche ufficiali, che contano solo i naufragi confermati dai superstiti. In assenza di testimoni, centinaia di persone scompaiono in questi naufragi invisibili. Rifiutiamo la logica di ridurre le vite delle persone nere e migranti, e le loro morti a numeri e statistiche. Vogliamo commemorare Abdul, Aboubacar, Adnan, Afdel …

Lavinia Bianchi per il Collettivo Primo Contatto

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